Sguardi

Questa meraviglia che sta sopra di noi ha riposato
per secoli sotto molteplici strati d'intonaco.
In attesa che uno sguardo,
che dire curioso, attento, ispirato
(lascio a voi decidere) notasse un indizio
del tesoro nascosto.


Un giorno per inspiegabile destino,
l'occhio di un uomo limpido vede, e non guarda.
Vede sull'intonaco steso per indifferenza
o forse per necessità una piccola crepa.
Sotto si mostra un punto d'insondabile azzurro.
E subito sparge la voce come colpito dal lampo.
Il messaggio dilaga per vie già tracciate.
Si cerca febbrili, mani operose e precise
staccano briciola a briciola il velo d'intonaco.
Dapprima storie di uomini santi,
frammenti del loro cercare. Poi la Vergine
che apprende d'essere madre d'un Dio,
e madre per sempre restituisce al mondo
il suo privilegio. E sopra il cielo
d'un azzurro insperato trapunto di timide stelle.
Luca, Marco, Matteo, Giovanni tengono teso
ai quattro cantoni quel lenzuolo di cielo.
Ai suoi bordi, umani pilastri alla volta, i dodici.
Uomini d'ogni ceto ignoranti, indegni, increduli,
con il cuore aperto al richiamo.
Il volto d'un Dio barbuto che appare tra nubi di schiuma
sorride un giorno a chi cerca.
Ma era l'uomo a cercare o tu, Dio, che volevi farti trovare?
Ed ecco al centro tuo figlio. Forse per sagace ironia
o per arroganza del denaro il committente, a imperituro monito,
fa scrivere : “poteva essere migliore”.
Aveva ragione. Era imperfetto tuo figlio.
Era un uomo. Un uomo di carne e di sangue,
di lacrime e risa, d'ire improvvise e paci silenziose.
Era un uomo fino all'estrema imperfezione della morte.
Poi, la trionfale vittoria sulla carne:
torna a Te, Dio, apre un varco mai richiuso
attraverso il quale Tu, l'Inconoscibile,
continui a cercarci per infinite, imprevedibili strade,
come una piccola, insignificante crepa sull'intonaco.


(Laura Primon)